Fraternité_Hidden Voices - la lettera di Isabella Bordoni
Data
2006-09-22 -> 2006-11-23
ARCHIVIO
22 settembre/20 ottobre installazione e broadcast
23 settembre live performance e broadcast
live at Kühler Brunnen, 06108 Halle – Deutschland
on air at Radio Corax - Freies Radio im Raum Halle auf UKW 95.9
"Pratico da anni un'arte che sta nelle sfumature, che vive nelle pieghe dei luoghi, nelle minoranze, nei luoghi di transito. I lavori che creo compongono uno spazio che attraversa alcune frontiere dell’arte, "poetry.scapes" li chiamo, eventi e allestimenti dove poesia, suono, arti visive, architettura, entrano in relazione reciproca e in relazione con la scena.
Credo in un'arte che è anche sguardo sul mondo, che punta a creare una comunità temporanea di idee, posta al di sopra dei confini convenzionali dei generi. Da decenni realizzo progetti per la scena teatrale e radiofonica, per spazi urbani e periferici; creo ambienti poetici che dicono l’infanzia e le migrazioni, quest’ultime viste sia nelle sue manifestazioni geografiche che in quelle mentali e artistiche; e da due anni sto portando avanti un progetto intorno all’opera di Ingeborg Bachmann. Di lei amo la voce insieme lirica e civile...
Migrazione è, per me, il transitare tra mondi geografici e corporei, identitari, di genere, di età. Potente, nella Bachmann, questo viaggiare tra soglie di confini tutti interiori.
Questo anche è, (potentemente lo è) migrare.
Il lavoro che presento ad Halle raccoglie queste "tensioni poetiche" in un unico progetto che è insieme d'arte e di comunicazione. Arte e comunicazione perché alla complessa esperienza artistica, qui ho affiancato un lavoro di testimonianza; una sorta di reportage sonoro dove il microfono è stato in questi mesi lo strumento sensibile alle voci più nascoste. La voce di vite "minori", migranti, rifugiate, clandestini...
Ho incontrato in giro per l'Italia nel corso dell'estate, vite e voci di uomini e donne che hanno voluto o dovuto lasciare la propria terra e la propria lingua madre, e cercarne un'alta, d'adozione. Ho ricevuto da documentaristi, operatori interculturali, radio indipendenti, archivi sonori, l'autorizzazione ad utilizzare alcuni dei loro materiali. Così l'installazione audio/video “Fraternité_Hidden Voices” crea uno spazio che è insieme lirico e civile, poetico e politico, pubblico e privato. In “Fraternité_Hidden Voices” si sovrappongono più livelli visivi e auditivi. Il visitatore entra in uno spazio piuttosto ampio e parzialmente oscurato. Qui, ad accoglierlo, un mondo di voci in transito, in partitura poetica. Nello spazio della Kühler Brunnen, le finestre rigettano nella stanza volti di adolescenti, mentre un’altra proiezione di video forma un ulteriore asse diagonale nella stanza.
Su tutto, un verso di Ingeborg Bachmann:
Wort, sei von uns,
freisinnig, deutlich, schön.
Gewiß muß es ein Ende nehmen,
sich vorzusehen.
Parola, sii nostra,
libera, chiara, bella.
Certo, dovrà avere fine
ogni cautela.
appare proiettato su un velo trasparente.
Credo nella comune, indiscutibile, irrinunciabile, cittadinanza poetica di ogni esistenza.
Le voci raccolte vengono dal Brasile, dalla Nigeria, dal Senegal, dall'Algeria in Italia,
dall'Italia in Germania (già, anche noi siamo stato un popolo di migranti), dall'Iraq alla Turchia, l'Italia. In occasione del festival radiofonico Radio Revolten, queste voci saranno un puzzle, una babele sonora, che vuole essere testimonianza e speranza collettiva di ogni migrante, di ogni persona che ha fatto l’esperienza della separazione, dell’abbandono, della distanza. Dalla propria terra per trovarne un'altra, quasi sempre sentita come "difficile" se non inospitale. Dalla propria lingua per trovarne un’altra.
Questa è la fratellanza delle voci nascoste, voci che per ascoltare, bisogna cercare.
Lo spazio dell’installazione sarà predisposto con alcuni trasmettitori radio e i visitatori saranno muniti di un ricevitore portatile. Transitando da un punto ad un altro, sarà il visitatore stesso a compiere una propria rotta migratoria, a farsi, lui stesso, migrante. In questo spostamento, il visitatore potrà sintonizzarsi su una frequenza radio o su un’altra ed ascoltare via via le voci nascoste.
La partitura di questo ascolto intimo si sovrappone al suono dell’ambiente. Inevitabile il mix sonoro tra privato e pubblico. Vita su vita, la voce si fa coro, la poesia si fa domanda, il racconto si fa denuncia.
Sono partners del progetto Fraternité_Hidden Voices
– Cultura21
e Radio Papesse
Hanno dato il loro contributo:
Asterisco Radio, Bologna (I)
WAM We Are All Migrants, Roma (I)
Roman Herzog, Catania (I) - Radio Parole
Benti Debelar Dico
Andrea Giuseppini, Roma (I) - Radio Parole
Migration Audio Archiv, Colonia (D)
Deutsche Beamtenburg-Jugend NW, Colonia (D)
Comunità Islamica del Rubicone
Alberto Masala, Bologna (I)
Tahar Lamri, Ravenna (I)
Anton Roca, Cesena (I)
Rosa Crispim de Costa, Sant’Agata Feltria (I)
e tanti altri
Senza la loro fiducia questo progetto non sarebbe esistito"
Isabella Bordoni.
23 settembre live performance e broadcast
live at Kühler Brunnen, 06108 Halle – Deutschland
on air at Radio Corax - Freies Radio im Raum Halle auf UKW 95.9
"Pratico da anni un'arte che sta nelle sfumature, che vive nelle pieghe dei luoghi, nelle minoranze, nei luoghi di transito. I lavori che creo compongono uno spazio che attraversa alcune frontiere dell’arte, "poetry.scapes" li chiamo, eventi e allestimenti dove poesia, suono, arti visive, architettura, entrano in relazione reciproca e in relazione con la scena.
Credo in un'arte che è anche sguardo sul mondo, che punta a creare una comunità temporanea di idee, posta al di sopra dei confini convenzionali dei generi. Da decenni realizzo progetti per la scena teatrale e radiofonica, per spazi urbani e periferici; creo ambienti poetici che dicono l’infanzia e le migrazioni, quest’ultime viste sia nelle sue manifestazioni geografiche che in quelle mentali e artistiche; e da due anni sto portando avanti un progetto intorno all’opera di Ingeborg Bachmann. Di lei amo la voce insieme lirica e civile...
Migrazione è, per me, il transitare tra mondi geografici e corporei, identitari, di genere, di età. Potente, nella Bachmann, questo viaggiare tra soglie di confini tutti interiori.
Questo anche è, (potentemente lo è) migrare.
Il lavoro che presento ad Halle raccoglie queste "tensioni poetiche" in un unico progetto che è insieme d'arte e di comunicazione. Arte e comunicazione perché alla complessa esperienza artistica, qui ho affiancato un lavoro di testimonianza; una sorta di reportage sonoro dove il microfono è stato in questi mesi lo strumento sensibile alle voci più nascoste. La voce di vite "minori", migranti, rifugiate, clandestini...
Ho incontrato in giro per l'Italia nel corso dell'estate, vite e voci di uomini e donne che hanno voluto o dovuto lasciare la propria terra e la propria lingua madre, e cercarne un'alta, d'adozione. Ho ricevuto da documentaristi, operatori interculturali, radio indipendenti, archivi sonori, l'autorizzazione ad utilizzare alcuni dei loro materiali. Così l'installazione audio/video “Fraternité_Hidden Voices” crea uno spazio che è insieme lirico e civile, poetico e politico, pubblico e privato. In “Fraternité_Hidden Voices” si sovrappongono più livelli visivi e auditivi. Il visitatore entra in uno spazio piuttosto ampio e parzialmente oscurato. Qui, ad accoglierlo, un mondo di voci in transito, in partitura poetica. Nello spazio della Kühler Brunnen, le finestre rigettano nella stanza volti di adolescenti, mentre un’altra proiezione di video forma un ulteriore asse diagonale nella stanza.
Su tutto, un verso di Ingeborg Bachmann:
Wort, sei von uns,
freisinnig, deutlich, schön.
Gewiß muß es ein Ende nehmen,
sich vorzusehen.
Parola, sii nostra,
libera, chiara, bella.
Certo, dovrà avere fine
ogni cautela.
appare proiettato su un velo trasparente.
Credo nella comune, indiscutibile, irrinunciabile, cittadinanza poetica di ogni esistenza.
Le voci raccolte vengono dal Brasile, dalla Nigeria, dal Senegal, dall'Algeria in Italia,
dall'Italia in Germania (già, anche noi siamo stato un popolo di migranti), dall'Iraq alla Turchia, l'Italia. In occasione del festival radiofonico Radio Revolten, queste voci saranno un puzzle, una babele sonora, che vuole essere testimonianza e speranza collettiva di ogni migrante, di ogni persona che ha fatto l’esperienza della separazione, dell’abbandono, della distanza. Dalla propria terra per trovarne un'altra, quasi sempre sentita come "difficile" se non inospitale. Dalla propria lingua per trovarne un’altra.
Questa è la fratellanza delle voci nascoste, voci che per ascoltare, bisogna cercare.
Lo spazio dell’installazione sarà predisposto con alcuni trasmettitori radio e i visitatori saranno muniti di un ricevitore portatile. Transitando da un punto ad un altro, sarà il visitatore stesso a compiere una propria rotta migratoria, a farsi, lui stesso, migrante. In questo spostamento, il visitatore potrà sintonizzarsi su una frequenza radio o su un’altra ed ascoltare via via le voci nascoste.
La partitura di questo ascolto intimo si sovrappone al suono dell’ambiente. Inevitabile il mix sonoro tra privato e pubblico. Vita su vita, la voce si fa coro, la poesia si fa domanda, il racconto si fa denuncia.
Sono partners del progetto Fraternité_Hidden Voices
– Cultura21
e Radio Papesse
Hanno dato il loro contributo:
Asterisco Radio, Bologna (I)
WAM We Are All Migrants, Roma (I)
Roman Herzog, Catania (I) - Radio Parole
Benti Debelar Dico
Andrea Giuseppini, Roma (I) - Radio Parole
Migration Audio Archiv, Colonia (D)
Deutsche Beamtenburg-Jugend NW, Colonia (D)
Comunità Islamica del Rubicone
Alberto Masala, Bologna (I)
Tahar Lamri, Ravenna (I)
Anton Roca, Cesena (I)
Rosa Crispim de Costa, Sant’Agata Feltria (I)
e tanti altri
Senza la loro fiducia questo progetto non sarebbe esistito"
Isabella Bordoni.
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