Villa Lituania si trova sulla Via Nomentana a Roma - nello stesso quartiere dove hanno sede numerose ambasciate straniere - ed è stata oggetto di interesse degli artisti Nomeda & Gediminas Urbonas che, per la Biennale di Venezia, presentano un lavoro di anarchitectural restoration di quello stesso edificio.

Come il suo stesso nome indica, la villa ha un forte legame con la Lituania; è stata infatti sede della sua ambasciata dal 1933 al 1940, anno in cui la proprietà passò all'URSS che aveva da poco occupato il territorio lituano. Le chiavi della proprietà vennero cedute dal governo italiano a quello sovieto in seguito agli accordi siglati con il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939.

Nonostante la disgregazione dell'Unione Sovietica e la formazione della nuova Repubblica di Lituania avvenuta nel 1990-91, la Villa appartiene ancora alla Russia. Ad oggi è considerata l'ultimo territorio lituano occupato da un governo straniero.

Nomeda & Gediminas Urbonas hanno abbracciato la causa di Villa Lituania e lavorando con degli allevatori di piccioni, in Italia e Lituania, hanno organizzato due gare di volo tra Roma e Venezia. Il simbolismo del progetto appare chiaro: mandare un segnale di pace dalla Lituania, a Villa Lituania - territorio russo - in Italia.

Ilaria Vanni, lecturer in Italian Studies alla University of Tecnology di Sidney ha intervistato Simon Rees, commissario del padiglione lituano e curatore del Centre for Contemporary Art di Vilnius. Insieme hanno parlato del progetto presentato alla Biennale e del valore simbolico della pigeon race, della frammentazione sociale post-sovietica in Lituania, della mancanza di spazi pubblici, del ruolo dell'arte e del linguaggio artistico nella costruzione dell'identità nazionale, del rapporto tra la repubblica lituana e l'Europa. 
Ilaria Vanni prende parte al progetto Contesting Euro Vision dell'Institute for International Studies-University of Technology di Sydney. Obiettivo primario del progetto è quello di aprire uno spazio per la riflessione intorno all'identità culturale europea che vada al di là della più ufficiale politica di promozione di valori comuni sulla quale l'UE - guidata anche dall'imperativo dell'unione politica - sta investendo ormai da tempo. Il progetto Contesting Euro Vision si concentra così sul transculturale e sulle identità marginali, mettendo insieme, nella ricerca, studiosi che analizzano le diverse identità europee da punti di vista multipli e globali piuttosto che eurocentrici.

La sigla di Speciale Venezia è Orange river di Abyssal Plains scaricabile dalla Netlabel kahvi.org. A legare l'intervista è invece My Cappuccino di Njazz, in Upbeat swings and grooves scaricabile dalla net label Beatpick Fairplay Music .

 

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